Questione di Stile
Magari è superfluo, ma quello che mi interessa oggi è soprattutto invitarvi a leggere con critica quello che vi viene proposto. Siamo talmente vittime del bombardamento mediatico che ormai non siamo neanche in grado di fare il piccolo sforzo di essere critici: assorbiamo come spugna quasi tutto. Tra tutti i “bombardamenti” fate attenzione soprattutto alle notizie in tv e agli articoli di giornale!
Tempo fa lessi un articolo su di un sito dal titolo “Monouso a tavola, sinonimo di igiene”.
E’ bastato un articolo così per far partire una campagna mediatica oscena, che ovviamente ha disorientato tanti ristoratori.
Credetemi: trovo tutto questo inquietante! Eppure, di fronte a questi titoli così fuorvianti basterebbe farsi qualche domanda: Se il monouso è così igienico perché ci sono ancora strutture che usano le tovaglie in cotone? E’ economico come dicono? Davvero è compostabile? Perché è più igienico?
In realtà i punti di debolezza del TNT (acronimo di tessuto non tessuto), una tipologia di materiale usa e getta che non è lavabile, sono tantissimi: oltre ad inquinare più del doppio rispetto al tessile, la quasi totalità di quello che arriva in Italia proviene dalla Cina, ovvero il luogo da cui è partito il problema Covid19. Mangeresti su un tessuto che non viene igienizzato e che subito dopo prodotto viene imballato, portato nei depositi, poi nei container e dopo nei magazzini dei distributori che lo fanno arrivare nei ristoranti? Probabilmente la risposta è no.
Ogni ristoratore dovrebbe fare in modo che la sicurezza si accompagni di pari passo con il benessere. Il consiglio è guardare al futuro non solo per il benessere degli ospiti ma anche e soprattutto per garantire una sostenibilità ambientale.
E’ per questo motivo che ci dovremmo rivolgere tutti ai prodotti che possono essere riutilizzabili, operando un’economia di giro, a basso impatto ambientale e lasciando un mondo più sano e meno inquinato.
Il lavaggio industriale del tessile garantisce:
* -53% del riscaldamento globale
* -27% impoverimento strato ozono
* -50% ossidazione fotochimica (smog)
* -92% produzione rifiuti.
Che fatica orientarci nella giungla degli articoli e degli spot pubblicitari!